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Non siamo salumieri: come creare contenuti che risuonano nel counseling

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Tag di questo articolo: counseling

Ultimo aggiornamento il Novembre 29, 2024

Un uomo con un megafono grida 'Hai mai provato il counseling online?' in mezzo a una folla distratta e indifferente, rappresentando la difficoltà di comunicare un messaggio senza connessione autentica.

Riflettere su come comunichiamo il counseling è cruciale, perché spesso cadiamo nella trappola di trattarlo come un prodotto qualsiasi da vendere. Frasi del tipo “Hai mai provato il counseling online?” riducono un lavoro complesso e profondo a un semplice servizio di consumo, come se fossimo fruttivendoli o salumieri che promuovono la loro merce. Questo approccio non solo è inefficace, ma tradisce l’essenza stessa del nostro lavoro.

Il cliente non sa di avere bisogno di counseling (e non dovrebbere insteressargli)

La maggior parte delle persone non sa cosa sia il counseling, né tanto meno che potrebbe averne bisogno. Camminano nella loro quotidianità affrontando problemi, comportamenti ricorrenti o situazioni che non riconoscono come risolvibili con un percorso di consapevolezza. Non è il counseling a mancare nella loro vita, ma la consapevolezza del problema e della sua soluzione (non sanno di non sapere).

E qui entra in gioco il nostro contenuto. Non dobbiamo limitarci a dire chi siamo e cosa facciamo, ma parlare dei problemi che loro affrontano. Raccontare spaccati di vita, situazioni comuni, piccoli sintomi che suscitano un pensiero: “Ma questo sono io, sta parlando di me!” È da qui che inizia il dialogo. Non è un invito diretto a provare il counseling, ma un modo per mettere la “pulce nell’orecchio”, per far emergere in loro la consapevolezza che forse c’è qualcosa che possono affrontare diversamente.

Parla del problema, non del servizio

Quando comunichiamo il counseling come un servizio in sé, stiamo parlando a una piccolissima nicchia: persone che conoscono il counseling e che hanno già deciso di cercarlo. Questo è un pubblico limitatissimo. La fetta di pubblico più ampia è fatta di persone che hanno bisogno di risolvere un problema, ma non sanno ancora di aver bisogno di te.

Creare contenuti che intercettano questi bisogni è il nostro vero compito. Raccontare storie che riflettano il loro vissuto, parlare delle sfide quotidiane, dei dubbi e delle difficoltà che vivono, utilizzando un linguaggio che riconoscono. È qui che si genera la connessione. Non stiamo “vendendo il counseling”; stiamo offrendo un pezzo di consapevolezza.

E qui entra in gioco la nostra esperienza diretta con il loro problema

Se abbiamo vissuto quella difficoltà, non serve pensare a quali parole usare: le conosciamo già. Sappiamo bene qual è il dialogo interno di chi vive quel sintomo, perché lo abbiamo affrontato anche noi.

Quando parliamo da questa prospettiva, non stiamo semplicemente descrivendo un problema dall’esterno, ma stiamo raccontando un’esperienza vissuta, reale, che risuona in chi ascolta. Il nostro pubblico si riconosce in quelle parole non perché siano perfette o costruite ad arte, ma perché sono autentiche. Riusciamo a descrivere non solo i sintomi esteriori, ma anche i dubbi, le emozioni e le domande silenziose che accompagnano quel vissuto, per questo continuo a dire ai miei clienti “pensa a quando quel problema l’hai avuto anche tu” (il problema nasce quando, quel problema, non l’hai mai avuto, tema su cui riflettere con le dovute conclusioni).

Questa connessione profonda nasce dalla condivisione. Quando parliamo di qualcosa che conosciamo intimamente, il nostro messaggio non è mai generico: è diretto, mirato, empatico. È come se dicessimo: “So esattamente come ti senti, perché l’ho vissuto anch’io.” Ed è questa autenticità che permette di instaurare fiducia.

Inoltre, il fatto di non dover inventare nulla ci libera dal peso di “creare contenuti”. Parliamo con la naturalezza di chi sa di cosa sta parlando. Non c’è finzione, non c’è distanza. È un dialogo spontaneo che fa sentire l’altra persona compresa e non giudicata.

Essere in grado di raccontare la propria esperienza, con tutte le sue sfumature, è uno degli strumenti più potenti per creare contenuti che intercettano chi ne ha bisogno. Non si tratta solo di offrire soluzioni, ma di far emergere quel senso di riconoscimento che spinge le persone a dire: “Questa è la mia storia. Forse dovrei ascoltare di più.”

La chiave: contenuti che intercettano vite

Le persone non sanno di cosa hanno bisogno finché non vedono qualcosa che parla della loro realtà. Un post, un video o un articolo che descrive ciò che vivono crea un ponte di fiducia e apre la possibilità di una conversazione. Non serve promuovere il counseling come tale: serve parlare della vita, dei problemi e delle piccole grandi cose che rendono ogni giorno complesso e, a volte, faticoso.

Da quel punto di connessione, la strada verso una consulenza o un percorso sarà naturale. Non forzata, non imposta, ma scelta consapevole. E questa è la forma più autentica di “vendita” che possiamo offrire: non una promozione, ma un invito implicito a entrare in contatto con ciò che davvero conta.

Se non sai da dove partire, posso aiutarti.

Se, leggendo queste righe, hai sentito il desiderio di esprimere meglio ciò che hai dentro, ma senti di non sapere da dove partire, voglio dirti una cosa: non sei solo. Molti professionisti, soprattutto coach, counselor e operatori olistici, vivono questa difficoltà. Hanno un mondo intero di idee, valori e passioni, ma spesso faticano a trasformarli in parole chiare e coerenti.

Ed è proprio per questo che ho creato il mio Percorso di Creazione del Messaggio Autentico. Questo corso è pensato per aiutarti a tirare fuori quel messaggio pilastro che rappresenta la tua missione e attorno al quale far girare tutta la tua attività. Non si tratta solo di scrivere bene, ma di connetterti profondamente con ciò che vuoi trasmettere e, soprattutto, con le persone che vuoi aiutare.

Che tu stia cercando di strutturare i tuoi pensieri, trovare il tuo stile unico o creare contenuti autentici che ispirino gli altri, questo percorso ti guiderà passo dopo passo.

Se ti interessa saperne di più, scrivimi o contattami: sarò felice di aiutarti a dare voce alla tua unicità. Perché un messaggio autentico non è solo un contenuto: è un ponte che connette il tuo cuore a quello degli altri.

trovi qui il link per il percorso: https://marcomunich.com/creazione-messaggio-autentico/

Chi sono

In un mondo in cui il "vendere" arriva prima dell'aiutare, è diventato difficile per chi, come te, si dedica agli altri per vocazione...

Marco Munich è un consulente marketing che, attraverso un marketing etico ed estremamente personalizzato, aiuta Life Coach, Counselor e Professionisti dell’olistico a creare contenuti intuitivi, che arrivano al cuore delle persone, raggiungendole nel loro spazio.