Tutti l’abbiamo vissuta: quella sensazione di avere tante opinioni, emozioni e storie che vorresti condividere a riguardo di quell’argomento; ma anche il solo pensiero di vedere scritto cosa pensi sui social, tutto si ferma e inizi a dirti “No”. È un fenomeno che non ha tanto a che fare con il contenuto in sé, quanto con le emozioni e i pensieri che accompagnano l’atto di mostrarsi.
Paura del giudizio e del confronto: il grande elefante nella stanza
Uno dei motivi principali dietro al blocco nel pubblicare è certamente la paura del giudizio, ma non si ferma lì. Spesso, a questo si aggiunge una narrativa interna ancora più insidiosa: la convinzione che i contenuti che condividiamo possano trasformarsi in armi contro di noi. Ci immaginiamo critiche feroci da parte di professionisti più esperti, attacchi da “esperti di settore” pronti a smontare ogni nostra parola, o semplicemente osservazioni che mettono in discussione il nostro valore.
Questo timore è particolarmente forte in chi si trova agli inizi o in chi, pur avendo esperienza, teme di non essere “abbastanza”. È un dialogo interno paralizzante che si traduce in continui rinvii: “E se dico qualcosa di sbagliato? E se non ho tutte le risposte? E se qualcuno mi dimostra che non sono competente?”
È una forma di auto-sabotaggio mascherata da perfezionismo, un’ossessione per la validità di ciò che diciamo che spesso ci impedisce di dire qualcosa del tutto. La realtà, però, è che nessuno è immune alle critiche e che cercare di evitarle non ci protegge, ma ci blocca. Pubblicare significa accettare che non tutti saranno d’accordo, e che va bene così. Non dobbiamo convincere tutti, né dimostrare nulla: il nostro valore non dipende dall’opinione di un esperto di turno.
Questo cambiamento di prospettiva è fondamentale. Pubblicare non è un’esibizione di perfezione, ma un dialogo aperto. È un atto di coraggio che dimostra la volontà di condividere un punto di vista, sapendo che le critiche fanno parte del processo. Solo superando questa paura possiamo iniziare a costruire una connessione reale con il nostro pubblico, basata non sulla perfezione, ma sull’autenticità.
Non avere voglia: davvero è solo stanchezza?
Un’altra causa comune di questo blocco è la convinzione di non avere abbastanza energia o voglia. Ma questa mancanza di voglia spesso nasconde altro. Non è solo pigrizia o fatica, è il timore di investire tempo e impegno in qualcosa che potrebbe non essere apprezzato. È la vocina interiore che dice: “E se non basta? E se nessuno si interessa?”
Questo tipo di auto-sabotaggio è insidioso. Non pubblicare ti dà l’illusione di proteggerti dal fallimento, ma in realtà ti impedisce di esprimerti, di crescere e di creare connessioni con chi potrebbe davvero apprezzare ciò che hai da dire.
Pubblicare è un atto di fiducia verso se stessi
Ogni volta che pubblichi qualcosa sui social, compi un gesto di fiducia verso di te. È come dire: “Quello che penso, quello che provo, merita spazio. Anche se non è perfetto, anche se non è completo.” Questa è una prospettiva che cambia tutto. Non devi pubblicare per dimostrare qualcosa agli altri, ma per dimostrare a te stesso che puoi farlo, che le tue idee hanno valore, anche quando non sono rifinite.
Pubblicare contenuti grezzi, senza la pretesa di perfezione, è un esercizio straordinario per prendere confidenza con il processo e abbattere il muro che ti blocca. Non si tratta di mettere fuori qualcosa di “mediocre”, ma di accettare che la crescita passa attraverso il fare, non attraverso l’attesa. Ogni post, ogni frase condivisa, è un mattoncino che costruisce la tua sicurezza, la tua autenticità e il tuo stile.
Inoltre, i contenuti imperfetti sono spesso i più autentici. Le persone non cercano un’immagine inaccessibile o perfettamente curata, vogliono connettersi con qualcosa di reale. E il reale non è mai senza difetti. Pubblicare anche quando non ti senti al 100% ti permette di ricordare a te stesso che non c’è bisogno di essere impeccabile per essere apprezzato, compreso o utile.
Quando abbracci questa visione, inizi a vedere ogni contenuto pubblicato come un passo in avanti, non un rischio. Che il tuo post ottenga molti like o passi inosservato, ciò che conta è che hai avuto il coraggio di esprimerti. È come allenarsi: più lo fai, più diventa naturale.
È un ostacolo mentale che si dissolve con l’azione.
Il blocco creativo sui social non è permanente. Ogni volta che pubblichi, stai sfidando quella paura e ricordando a te stesso che quello che hai da dire conta, anche se non è perfetto. Ricorda che la fiducia non nasce dal successo immediato, ma dalla costanza nel mostrarti.
Alla fine, non si tratta di piacere agli altri, ma di darti il permesso di essere ascoltato. E ogni volta che premi quel pulsante, stai scegliendo di fidarti un po’ di più di te stesso.
Se non sai da dove partire, posso aiutarti.
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