PERCHÉ QUEI CAROSELLI CON “5 AZIONI DA FARE” NON SERVONO A NIENTE
Apri Instagram e trovi sempre la stessa promessa:
“7 azioni per far crescere il tuo brand.”
“10 trucchi per aumentare i follower.”
Colori pastello, grafiche curate, frasi motivazionali. Salvi il post, ti dici: “Ecco cosa mi mancava.” Poi lo metti in pratica: scrivi una bio più accattivante, pianifichi post, aggiungi hashtag.
Aspetti che succeda qualcosa.
Ma non succede niente.
E allora? Torni a cercare la prossima lista. Più strategie, più tecniche. Ti illudi che la risposta sia lì, da qualche parte, in quelle righe colorate.
La verità è che non è la strategia di marketing che ti manca. Ti manca la fame.
La fame non è un carosello. Non è una formula pronta. È quella forza che ti fa dire: “Devo parlare di questa cosa, anche se non mi porta soldi subito, anche se non mi applaude nessuno.”
Senza questa fame, il marketing diventa una recita. Con questa fame, il marketing diventa la conseguenza naturale di ciò che sei.
L’AUTENTICITÀ NON È UNA STRATEGIA
Ti avranno detto:
“Sii autentico.”
“Mostrati per quello che sei.”
“Racconta la tua unicità.”
Oggi tutti parlano di autenticità. Tutti ripetono le stesse frasi. Paradossalmente, mai come ora siamo tutti uguali. Perché? Perché abbiamo trasformato l’autenticità in una maschera da indossare.
Il mercato è pieno di profili che sembrano dire: “Guardami, sono vero.” Ma dietro, niente.
E qui sta la bugia più grande: ti convincono che basta mostrarti “vero” per attirare persone. Ma se non hai una causa, se non hai vissuto quello di cui parli, l’autenticità è solo scenografia.
Abbiamo confuso il colpire con l’essere speciali. Abbiamo scambiato i like per valore. E così siamo sommersi da cloni che parlano di unicità con lo stesso tono, gli stessi filtri, le stesse frasi.
LE 7 AZIONI MAGICHE (CHE NON CAMBIERANNO NULLA)
Eccole, in versione “guru di Instagram”:
1. Stabilisci chi sei e cosa rappresenti.
Definisci la tua essenza, la tua unicità e il perché del tuo brand.
2. Crea una visual identity coerente.
Palette di colori, font eleganti, moodboard: il tuo feed deve essere armonioso.
3. Scrivi una bio che spacca.
In poche righe, racconta chi sei, cosa fai e perché dovrebbero seguirti.
4. Pubblica contenuti di valore ogni giorno.
Offri consigli utili, frasi motivazionali, racconta la tua storia.
5. Usa hashtag strategici per farti trovare.
Scegli quelli più popolari e inseriscili in ogni post.
6. Crea relazioni autentiche con la community.
Rispondi ai commenti, interagisci, partecipa alle conversazioni.
7. Analizza le statistiche e adatta la strategia.
Osserva cosa funziona, replica i contenuti vincenti.
Le hai viste mille volte, vero? Cambiano le grafiche, ma il succo è sempre lo stesso. Ti danno sicurezza. Ti sembra di “fare qualcosa”. Ma la realtà è questa: puoi seguirle tutte e restare comunque invisibile.
PERCHÉ QUESTE AZIONI NON BASTANO (E COSA FARE INVECE)
1. “Stabilisci chi sei e cosa rappresenti.”
Suona bene, ma è vuota. Perché se stai ancora cercando la tua identità leggendo un carosello su Instagram, il problema non è la strategia: è che non ti sei fermato a fare il lavoro vero, quello che non fa like.
Chi sei non lo definisci in due righe. Lo scopri vivendo, cadendo, rispondendo a domande che fanno male:
“Che cosa sono disposto a difendere anche quando non mi guarda nessuno?”
Finché non trovi questa risposta, ogni tentativo di marketing sarà aria fritta.
Cosa fare invece:
Prenditi un’ora, carta e penna. Scrivi tre cose che non sopporti nel tuo settore. Tre cose che ti fanno arrabbiare. Quelle che ti fanno dire: “Se potessi, cambierei questo subito.”
Lì c’è il seme del tuo cavallo di battaglia. Non in una frase carina per la bio.
2. “Crea una visual identity coerente.”
Bella la palette, bellissimi i font coordinati. Ma se dietro non hai una voce, hai solo un feed da rivista.
Un brand senza voce è un deserto arredato bene. Puoi vantarti del tuo “look”, ma nessuno si innamorerà di un colore.
Cosa fare invece:
Prima di aprire Canva, apri la bocca. Registra un vocale come se parlassi a un amico:
“Perché fai quello che fai?”
Quella risposta, grezza e spontanea, vale più di mille moodboard.
3. “Scrivi una bio che spacca.”
Spacca cosa, se sotto non c’è storia? Una bio è una cornice. E una cornice senza quadro non interessa a nessuno.
La bio non porta persone. Le porta quello che dici ogni giorno.
Cosa fare invece:
Metti il minimo: il tuo nome e un contatto. Basta. Perché quello che farà restare chi arriva non è una frase da guru, ma i tuoi contenuti vivi. La bio è una conseguenza, non l’inizio.
4. “Pubblica contenuti di valore ogni giorno.”
Valore non è quantità. Valore è urgenza.
E qui arriva la domanda chiave:
“Qual è la ferita che non voglio più vedere negli altri?”
Se hai la risposta, hai trovato il fuoco. E quando c’è il fuoco, non serve il calendario editoriale: le idee arrivano perché non puoi stare zitto.
Ma ecco la verità che nessuno dice: potresti non avere questa risposta.
Potresti scoprire che non hai un’urgenza reale. E non c’è nulla di sbagliato in questo.
Significa solo che oggi non sei pronto. Le strategie allora non sono il male: sono un cerotto. Ti aiuteranno a tamponare il silenzio finché non troverai la tua guerra. Ma non confondere il cerotto con la cura.
Cosa fare invece:
Prima di forzarti a pubblicare, ascolta. Ascolta il tuo vissuto. Se non trovi ferite che bruciano, non fingere: usa il tempo per crescere, vivere, capire. Perché i contenuti veri nascono da esperienze vere, non da una checklist.
Però te lo dico chiaro e tondo: se ancora non senti un’urgenza, significa solo che per te è ancora presto per iniziare a promuoverti online o a parlare sui social.
5. “Usa hashtag strategici.”
Gli hashtag sono un cerotto. Non curano il vuoto. Puoi aggiungerne trenta, ma se quello che scrivi non colpisce, non ti troverà nessuno.
Cosa fare invece:
Non perdere ore con hashtag generator. Scrivi come parleresti dal vivo. Usa le parole che diresti a un amico, non quelle che credi piacciano all’algoritmo.
Il vero problema non sono gli hashtag. Il problema è che non stai parlando dalla tua frequenza reale.
6. “Crea relazioni autentiche con la community.”
L’autenticità non è rispondere con un cuore. Non è un commento educato.
L’autenticità è far sentire chi legge meno solo. Ma se il tuo scopo è aumentare l’engagement, stai recitando.
Cosa fare invece:
Scegli tre persone al giorno e manda loro un messaggio vero, senza secondi fini. Non per vendere, non per piacere, ma per capire come stanno.
Le relazioni vere non nascono dal bisogno di crescere. Nascono dal desiderio di condividere umanità.
7. “Analizza le statistiche e adatta la strategia.”
Te lo dico chiaro: guardare i numeri è tempo sprecato. Soprattutto all’inizio.
Non sei un’azienda quotata in borsa: sei una persona che deve trovare la sua voce. E la voce non la trovi in un grafico.
Ogni minuto che passi sugli insight è un minuto rubato alla scrittura di un messaggio che conta.
Cosa fare invece:
Chiudi le statistiche per sei mesi. Concentrati su una sola cosa: dire la verità ogni giorno.
Quando smetti di inseguire i numeri, inizi a inseguire il senso.
IL PUNTO ZERO: LA FAME CHE NON PUOI COMPRARE
La fame è l’unica strategia che funziona sempre. Non è un desiderio generico di crescere. Non è “voglio più clienti”. La fame è un’urgenza che non ti lascia dormire.
È quando dici: “Non posso più stare zitto su questo, anche se non mi ascolta nessuno.”
La fame non la impari in un libro. Non nasce da un corso di marketing. La fame nasce dalle cicatrici. Nasce da quello che hai vissuto e non vuoi che altri vivano. È il dolore che hai superato e che vuoi trasformare in guida per gli altri.
Chi ha fame non pubblica per riempire il feed. Pubblica perché non può farne a meno. Non cerca strategie ogni giorno, perché la strategia è chiara: dire la verità, combattere la sua battaglia, trovare chi vuole combatterla con lui.
Il marketing non è decorazione: è guerra. Non per distruggere, ma per difendere qualcosa che conta. E in guerra vince chi è disposto a combattere più a lungo, chi ha la causa più viva.
Se questa causa non ce l’hai, non è il momento di promuoverti. Non c’è nulla di male. Usa il tempo per vivere, capire, ascoltare. Ma non mentire a te stesso.
Se invece ce l’hai, smetti di cercare checklist. Prendi il cavallo di battaglia e vai. Le persone giuste non seguiranno il tuo feed per i colori o gli hashtag: ti seguiranno perché sei disposto a sanguinare per quello in cui credi.

